[ROCK BELIEVER]

In questo primo scorcio di anno sono solo una manciata gli album che mi hanno veramente colpito! Tra i ritorni più attesi, ma decisamente inaspettati, quello degli Scorpions.


Gli Scorpions nel genere Hard Rock sono la mia band preferita (di sempre!), quella che mi ha aperto le porte verso lo sterminato mondo del Rock melodico. Ho imparato ad amarli attraverso le intramontabili hit degli anni ’80, ma col tempo mi sono lasciato sedurre anche dalle affascinanti sonorità degli anni ’70, quelle che hanno contribuito a forgiare il mito della band tedesca.

Scorpions (2022)

Ne è passata di acqua sotto i ponti (persino una pandemia globale!) da quando nel 2010 gli Scorpions hanno annunciato, in maniera un po’ avventata, il loro scioglimento. Dopo oltre 50 anni di carriera è lecito non aspettarsi più molto, se non dal punto di vista dei concerti; anche discograficamente hanno già detto tutto ma, tra le band coeve, gli Scorpions sono tra i pochi ad aver mantenuto un livello qualitativo costante, senza grossi sbandamenti (tranne forse il controverso “Eye II Eye”), come testimoniato dagli ultimi ottimi “Sting In The Tail” (2010) e “Return To Forever” (2015).

Rock Believer” (2022) si pone esattamente sulla scia dei due predecessori, due album che si nutrivano fortemente di nostalgia e che musicalmente guardavano al periodo d’oro degli Scorpions, quello della prima metà degli anni ’80 che ha visto la loro esplosione commerciale e la conquista delle ambite classifiche americane. Anche se guardarsi indietro può sembrare una mossa scaltra, rimane comunque una sfida, come credere di uscire vincenti dal confronto con il proprio illustre passato. Impresa improbabile per molti ma non per questi Scorpions!


L’ALBUM

Rock Believer, che segna il debutto del nuovo batterista Mikkey Dee (Motörhead, King Diamond), non ha avuto una gestazione facile; il motivo della prolungata assenza discografica (quasi sette anni!) è dovuto principalmente alla pandemia, che dapprima ha ostacolato e poi rallentato il processo produttivo. Infatti, inizialmente i piani prevedevano di registrare a Los Angeles sotto la supervisione del celebre Greg Fidelman (Metallica, Slayer, Black Sabbath, Red Hot Chili Peppers, Audioslave, Slipknot e System Of A Down, tra gli altri), che ha co-firmato almeno un paio di brani del nuovo album. Però, dopo la pre-produzione nel 2019, il propagarsi della pandemia ha reso praticamente impossibile spostarsi in America, così la band ha ripiegato sui Peppermint Park Studios di Hannover con l’idea di coinvolgere comunque il produttore americano, seppur solo da remoto. Ma vista l’enorme differenza di fuso orario, che rendeva frammentaria la lavorazione, gli Scorpions hanno infine scelto di autoprodursi con il supporto tecnico dell’ingegnere del suono Hans-Martin Buff, già collaboratore da alcuni anni.

Scorpions - Rock Believer (2022)

Come dichiarato dalla band, “fin dall’inizio l’idea per questo album era di registrare come ai vecchi tempi, cinque ‘ragazzi’ in una stanza! Un modo per vedere la musica da una diversa prospettiva … Grazie all’approccio live l’album sprigiona un gran bel feeling, non succede spesso che la gente registri in questo modo, perché richiede tempo ed è molto complicato, ma noi lo preferiamo … Poiché abbiamo suonato per tutto il tempo non ci siamo sentiti per nulla arrugginiti, anzi abbiamo provato ad espandere la nostra creatività … Questo album è fatto per essere suonato dal vivo! Approccio diverso anche per quanto riguarda i testi, come racconta Rudolf Schenker (chitarra) “è stato di ispirazione lavorare ai testi e vederli crescere dentro me, insieme alla musica”; mentre Klaus Meine (voce) ribadisce che Rock Believer non è assolutamente un concept-album, ma “una serie di racconti su gli anni passati e tutti i luoghi dove abbiamo suonato, luoghi e momenti a cui ci sentiamo molto legati.

L’effetto nostalgia continua con la sensuale copertina che riporta in auge uno stile iconico da troppo tempo accantonato; mentre il fantastico sound del disco, in linea con le produzioni attuali, è un perfetto mix di tradizione e modernità, dove microfoni, amplificatori e chitarre vintage anni ’50-’60 (la cui corposa lista è reperibile nel booklet) vengono spremuti al massimo per ottenere un suono vivo, reale (zero plugin), catturato al meglio grazie alle nuove tecnologie.

Scorpions - Rock Believer (2022)

L’opener Gas In The Tank mette subito le carte in tavola, tra chitarre ficcanti, melodie ariose e un ritornello di facile presa che anticipa il mood del disco; la voce di Klaus graffia come ai bei tempi nello stacco centrale che accompagna l’ottimo assolo del mai banale Matthias Jabs. Il testo, pieno di riferimenti all’iconografia e alle canzoni degli Scorpions, è quasi un’ode all’immarcescibile Rudolf. “Lanciami riff martellanti, un po’ sporchi, un po’ rozzi. Muovi le tue dita su e giù per i tasti. La V sta volando senza rete (gioco di parole che richiama la mitica chitarra Flying V) … Il re dei riff è tornato in città, chi è pronto per una puntura mortale? … Dammi un riff sporco, amico mio, ci deve essere ancor più benzina nel serbatoio!

Un urlo sguaiato apre la dirompente Roots In My Boots, un up-tempo con chitarre sparate (à-la Blackout) che ben presto sfocia in un ipnotico ritornello con melanconici controcanti a sostegno della tagliente ugola di Klaus. Il testo celebra l’eccitante vita on the road, richiamando forse un’episodio specifico, “mi avvicino al Monkey Bar per un drink o due, il modo in cui balli mi aiuta a dimenticare il motivo per cui mi sento triste … Sento le radici nei miei stivali quando la musica suona, è semplicemente nel mio sangue. Vivo la mia vita al massimo, ecco che arriva un altro show … Ed è sempre solo mordi e fuggi, ma mai il momento di andare!”

Con Knock ‘Em Dead gli Scorpions mordono il freno e piazzano un clamoroso rocker à-la Don’t Believe Her, dove gustosi fraseggi di chitarra e melodie viziose fanno da sfondo al racconto di una delle primissime esperienze al mitico Madison Square Garden di New York. “Oh si, il giardino più figo è una piazza (gioco di parole che richiama appunto la celebre struttura), senti l’odore del grande momento nell’aria … Riesco a sentire gli echi dalle pareti, la grande mela non dorme mai. Hey, ora stai gareggiando con i migliori, mostra loro che sei migliore degli altri … Non lasciare che la fama ti dia alla testa … Vogliamo tutto e niente di meno.”

Da quando, lo scorso gennaio, hanno rilasciato il secondo singolo Rock Believer non riesco più a togliermi il ritornello dalla testa, la voce di Klaus mi manda letteralmente in brodo di giuggiole! Una hit incredibile che non faccio fatica a considerare già un classico, anche se in parte strizza l’occhio alla vecchia No One Like You! Peccato veniale di un brano comunque magico dedicato a tutti quelli che ancora credono nel Rock. “Andiamo ovunque, tanti momenti che condividiamo, tutti insieme diamo e prendiamo. L’amore è venuto a me in tanti modi, non importa cosa dicono alcuni hater, nessuno può portare via i nostri sogni. Urla per me, urlatore, sono un credente del Rock come te, proprio come te.”

Shining Of Your Soul è un pezzo totalmente inaspettato che riporta in vita le sonorità anni ’70, ormai dimenticate. È un brano che vive di contrasti tra momenti malinconici, che seguono l’incedere drammatico delle chitarre, e parti più solari guidate da una cadenza reggae che richiama la mitica Is There Anybody There?, citata pure nell’assolo di Matthias. Anche il romantico testo segue il mood della canzone, “nel giardino della mia anima, giace la risposta a tutto. È una lunga strada da percorrere, tanta strada da fare. Quando l’amore ha un significato, un vero sentimento d’amore, come posso essere sicuro? Non riesco a smettere di crederci, è più di una sensazione. Quando attraversi la porta vedo lo splendore della tua anima.”

Seventh Sun è un brano monumentale che si sviluppa su una cadenza lenta ed ossessiva di basso e batteria e rimanda alle atmosfere mistiche di Animal Magnetism e China White. La declamatoria voce di Klaus ci accompagna per mano alla disperata ricerca del settimo sole, con un testo allegorico e fortemente evocativo. “Il sole proietta ombre, stai bruciando se ti avvicini troppo, anche se la tua anima è vecchia un milione di anni. Viaggiatore nel tempo qui e ora, quelli che se ne sono andati sono ancora in giro, il tuo cuore e la tua anima saranno uno … al settimo sole.”

Come il titolo lascia intendere, Hot And Cold è la classica party-song degli Scorpions, un brano leggero che scorre velocemente tra chitarre lascive, melodie appiccicose e il solito pirotecnico assolo di Jabs. L’ironico testo é dedicato ad una stripper, non c’è dubbio questi arzilli vecchietti perdono il pelo ma non il vizio. “Ti muovi veloce, ti muovi lentamente, per far brillare gli occhi dei gatti. Sembra che le tue gambe possiedano questo posto, senza dubbio hai quello che serve. Ho la febbre a cento gradi, ho la febbre non mi aiuteresti per favore? Ho la febbre, caldo e freddo, quando penso a te. Occhi affamati ti fissano guardando le cose che fai.”

When I Lay My Bones To Rest è un altro rocker dal tiro pazzesco, che sfoggia irresistibili lick di chitarra e il solito ritornello da manuale; un brano che sembra fatto apposta per essere suonato dal vivo. Il testo gioca sul rapporto quasi fraterno tra Klaus e Rudolf, “ecco il fratello da un’altra madre venire alla luce. Stiamo accelerando il ritmo andando al sodo, sarà un viaggio infernale … Ecco che arriva il fratello da un’altra madre, pronti per il ballo degli Scorpions. Stiamo suonando da giorni senza alcun limite, non puoi fermare una Mercedes Benz … Salendo verso l’alto sto dando tutto quello che ho. Un giorno sarò lassù con i migliori, quando metterò le mie ossa a riposo!

Quando parte il riff cromato del primo singolo Peacemaker viene quasi da inginocchiarsi per tanta grazia! Un brano perfetto, non una nota fuori posto e l’ennesimo ritornello da gridare a squarciagola. Nonostante sonorità celebrative il testo è dannatamente serio, oserei dire tristemente profetico visti i tempi che corrono. “Il mostro malvagio è ancora vivo, anche dopo tutto questo tempo. È scritto nelle stelle, l’amore è per sempre, fermiamo la guerra. Un raggio di luce sta brillando, il domani è dietro l’angolo. Ora il futuro è nelle tue mani. Ti ricordi? Sì, noi possiamo (riferimento al celebre motto di Obama “Yes, we can!”). Pacificatore, seppellisci il becchino. Pacificatore, ultima uscita, la vita.”

Call Of The Wild è un brano insolito per gli Scorpions; parte quasi in sordina tra melodie avvolgenti e sonorità Rock Blues per poi alzare il tiro ed esplodere nel trascinante finale che cita persino i Rolling Stones. Ancora un testo piccante che non lascia spazio all’interpretazione, “ascolta il richiamo della natura ragazza, il richiamo della natura. Voglio passare la notte proprio al tuo fianco. Riesci a leggermi nel pensiero, ragazza? Eh si, lo giuro ti tratterò bene ragazza, in questa calda notte d’estate. Perdersi nella giungla, piccola, all’ombra della notte. Tu hai il ritmo Funky ragazza, io la spinta Rock. Ascolta il richiamo della natura, il richiamo della natura. Fuori per un giro d’amore in questa calda notte d’estate.”

When You Know (Where You Come From) è l’unica ballad del disco; per una band che sui lenti ci ha costruito una buona parte di carriera è quasi un record! Musicalmente ricorda brani analoghi già proposti in passato, ma senza raggiungere l’intensità e il lirismo di una Still Loving You. Il testo, quasi nostalgico, è la degna conclusione di una album incredibile. “Quando pensi di conoscere il gioco non sai proprio niente, attraversi di nuovo la linea rossa in caduta libera. Spero che tu abbia imparato bene la lezione amico mio perché ci sarà sempre una seconda possibilità. Quando sai da dove vieni, sai dove stai andando solo perché sei un figlio del tuo tempo. Quando sai da dove vieni non ti ritiri per nessuno, sii fedele a te stesso è la tua vita.”

Se pure le bonus-track sorprendono positivamente capisci di essere di fronte ad un album veramente riuscito! Oltre alla versione acustica di When You Know (Where You Come From) troviamo infatti altri vibranti rocker, come Shoot For Your Heart e Crossing Borders, e un paio di brani cupi ed ossessivi, come When Tomorrow Comes e Unleash The Beast, che mostrano invece la faccia più dura e sperimentale degli Scorpions.


Rock Believer mette in mostra una scrittura certamente smaliziata, ma di assoluta qualità, tanto che più di un brano potrebbe diventare un classico. È il tipo di disco che i fan di Iron Maiden e Metallica bramano da anni anche se poi vengono puntualmente “disillusi”, costretti a farsi andare bene quel che passa il convento.